Sviluppare l’abitudine di ascoltare musica con regolarità potrebbe rivelarsi una strategia semplice ed efficace per proteggere il cervello dall’invecchiamento cognitivo. Lo suggerisce uno studio internazionale pubblicato sull’International Journal of Geriatric Psychiatry, guidato dalla Monash University di Melbourne, che ha analizzato l’impatto della musica sulla salute mentale nelle persone anziane. I risultati indicano che chi ascolta musica abitualmente ha un rischio di sviluppare demenza inferiore del 39 per cento rispetto a chi lo fa solo occasionalmente o per nulla, confermando l’importanza della musica nella promozione del benessere cognitivo.
La ricerca ha coinvolto diverse centinaia di partecipanti e si è concentrata su come le scelte quotidiane possano influenzare l’invecchiamento del cervello. Secondo la prof.ssa Joanne Ryan, coautrice principale dello studio, “l’invecchiamento del cervello non dipende solo dall’età e dalla genetica, ma può essere influenzato dalle proprie abitudini quotidiane. I nostri risultati suggeriscono che attività legate alla musica, sia ascoltarla sia suonarla, possono contribuire a mantenere la funzione cognitiva in età avanzata”.
Gli esperti sottolineano come la musica stimoli diverse aree cerebrali, migliorando la memoria, l’attenzione e le capacità linguistiche, tutte funzioni che tendono a deteriorarsi con l’età. Inoltre, l’ascolto musicale regolare può ridurre lo stress e favorire il rilascio di neurotrasmettitori positivi, creando un ambiente cerebrale più resiliente contro il declino cognitivo. Questi effetti sinergici rendono la musica uno strumento accessibile e naturale per chi desidera preservare la salute del cervello.
Lo studio della Monash University si aggiunge a numerose ricerche precedenti che evidenziano il ruolo delle attività culturali e creative nel rallentare il processo di invecchiamento cognitivo. Gli autori suggeriscono di integrare l’ascolto musicale nella routine quotidiana, sia attraverso brani preferiti sia sperimentando nuovi generi, come parte di un approccio olistico alla salute mentale. L’adozione di queste semplici abitudini potrebbe avere un impatto significativo sulla qualità della vita negli anni avanzati, ritardando l’insorgenza di patologie neurodegenerative come la demenza.
