di Umberto Zollo

Alla Città della Salute e della Scienza di Torino, presso il presidio Molinette, sono stati eseguiti i primi interventi di terapia focale per il carcinoma prostatico utilizzando la tecnologia Echolaser con tecnica TPLA (Transperineal Laser Ablation). Si tratta di un approccio mini-invasivo che, in anestesia locale, consente al paziente di distrarsi con un visore 3D di realtà virtuale durante l’operazione.

La procedura, realizzata dall’équipe guidata dal professor Paolo Gontero, direttore dell’Urologia universitaria, è stata eseguita dai dottori Marco Oderda e Alessandro Marquis, tra i primi in Italia a introdurre questa tecnica.
La TPLA prevede l’inserimento di fibre laser sottilissime (meno di 1 millimetro) attraverso il perineo. Grazie a un sistema di fusion imaging, che combina ecografia e risonanza magnetica, i medici possono colpire solo la zona tumorale, preservando la restante parte della prostata. Questo approccio riduce sensibilmente i rischi di incontinenza urinaria e deficit erettile, complicanze frequenti nei trattamenti più invasivi.

Gli interventi sono stati condotti in anestesia locale, con un recupero immediato del paziente. Per ridurre ansia e dolore, è stato sperimentato anche l’uso della realtà virtuale. Il paziente può immergersi in ambienti digitali rilassanti, come spiagge caraibiche, foreste amazzoniche, mondi sottomarini o lo spazio stellato, accompagnati da musiche ambientali.
Questa tecnologia, più che un semplice strumento di distrazione, rappresenta un vero supporto psicologico che apre prospettive innovative nelle procedure mediche invasive. In ogni momento, il paziente può abbandonare l’esperienza virtuale per tornare a interagire con l’ambiente reale della sala operatoria.

L’introduzione di questa terapia alle Molinette segna un passo importante nella medicina di precisione applicata all’urologia oncologica. La tecnica TPLA, oltre a rappresentare una valida alternativa ai trattamenti tradizionali, apre nuovi scenari per la ricerca scientifica e per l’adozione di strumenti tecnologici a supporto del benessere del paziente.
I prossimi sviluppi potranno riguardare una più ampia applicazione della procedura e ulteriori studi sull’efficacia a lungo termine, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei malati di carcinoma prostatico.

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